21 Septembre 2017
Quando si parla di Graziella, si pensa alle vecchie bici che usavano le nonnine e che oggi i ragazzi verniciano a bomboletta togliendo carter e parafanghi, ma se vogliamo parlare della vera Graziella, dobbiamo andare in casa Carnielli.
Nel 1909 a Vittorio Veneto (Treviso) nacque Teodoro Carnielli, che diventò presto un bravo artigiano che riparava e costruiva biciclette. Carnielli conobbe il giovane Ottavio Bottecchia con cui collaborò, facendo diventare la sua piccola officina un'industria con un centinaio di operai.
Nel 1951 Carnielli inventò una bici da usare stando sul posto: la cyclette, la prima ciclocamera al mondo.
Alle fine degli anni '60 in pieno boom economico gli venne un'altra intuizione rivoluzionaria: visto che gli italiani si potevano permettere l'acquisto dell'automobile, perché non inventare una bici pieghevole con ruote piccole, che si poteva trasportare in auto? Nacque così la Graziella, disegnata nel 1963 da Rinaldo Donzelli e pubblicizzata persino da Brigitte Bardot.
La Graziella conquistò subito le famiglie italiane, aveva ruote da 16", il contropedale, il caratteristico portapacchi, il campanello con la G ed il fanale incorporato al telaio, che però era un accessorio. C'era persino un tubetto di vernice per riparare i graffi. Veniva venduta nei colori bianco panna e blu oltremare; divenne un successo intramontabile.
La Graziella che posseggo, l'ho avuta incompleta, ma in buone condizioni. C'è voluto un bel po' di tempo per trovare i pezzi mancanti, ma adesso scorrazza felice in mano a mia figlia, anche se mia moglie sostiene comunque che è la bici delle.... nonnine.